Libri selvatici - ottobre 2021

Siamo l'aria che respiriamo, Arne Næss (Piano B Edizioni)

Qualche tempo fa, in una palude di rassegnazione da cui faticavo a uscire, ho letto per la prima volta "Siamo l'aria che respiriamo", del filosofo e alpinista norvegese Arne Næss. Prima di allora, nonostante mi interessassi da anni di filosofia ecologica, avevo solo una vaga idea di cosa fosse l'ecologia profonda, quel movimento, di cui Næss è il fondatore, che non vede l'uomo come il protagonista assoluto della Terra, ma come una delle tante specie che compongono quell'intricata matassa di relazioni che chiamiamo biosfera. Di conseguenza, vivere una vita filosofica - o meglio, ecosofica - vuol dire anzitutto definire il proprio sé ecologico, l'insieme delle nostre relazioni con quello che ci circonda. In questo i naturalisti dovrebbero essere avvantaggiati: spesso, dedicandosi allo studio di una particolare specie - animale, vegetale, fungina o quant'altro -, fino a conoscerne inevitabilmente ogni dettaglio, non fanno altro che studiarne, spesso in termini ben più complessi e specialistici, il suo sé ecologico. Così, ho deciso di fare un esperimento: una sera ho costretto i miei coinquilini a prendere carta e penna e a disegnare su un foglio bianco i posti in cui vivono, il cibo che mangiano, le persone che amano e più in generale quello che li fa sentire vivi. È finita che abbiamo disegnato case, boschi, isole e animali, ma anche volti, piatti, occupazioni e scarabocchi incomprensibili. Quando ho guardato il mio disegno ultimato, con le sue finestre, i suoi alberi e i suoi fantasmi, mi ci sono riconosciuto: forse, mi sono detto, la rassegnazione passerà. 

Testo di Marco Granata

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Il mese scorso...Indian Creek, Pete Fromm - Keller Editore

Spilomya manicata - © Maria Chiara Magnano